domenica 11 novembre 2018

"Auto che passione! Interazione fra grafica e design" in mostra @ Chiasso

Oggi per una volta ci allontaniamo dai temi beauty, viaggi e Lovely Places che siamo soliti trattare su questo blog, perché vi voglio parlare di un'altra cosa bella. Si tratta di una mostra


Sì perché io in triennale ho studiato "Economia e Gestione dei Beni Culturali e dello Spettacolo" e per quanto poi il mio percorso universitario e lavorativo mi abbia portato ad allontanarmi dal mondo dell'arte e dei beni culturali, una promessa che avevo fatto a me stessa qualche anno fa era quella di non perdere mai quella passione per l'arte, per la storia e per la cultura in generale che mi aveva indotto a fare quella scelta nel lontano 2012. 
E così durante questi quattro giorni di ponte (ma a proposito, che figata è stata questo ponte di 4 giorni?!?), ne ho approfittato per andare a vedere una mostra. E per fare ciò ho addirittura varcato i confini nazionali. Ebbene sì, sono giunta nella vicina Svizzera, a Chiasso per la precisione (cioè praticamente sulla frontiera con l'Italia, tanto che il telefono prendeva ancora Wind!). 

D'altronde poi in questo blog c'è anche una sezione "Art&Travel", no? 
Usiamola! 
E non solo per i viaggi.

La mostra di cui vi voglio parlare oggi però ha un tema un po' particolare e soprattutto trasversale. Non parliamo di arte in senso stretto. Non ci sono quadri dipinti ad olio con Santi e Madonne e neanche statue marmoree con muscoli scolpiti. Il protagonista di questa mostra è il design applicato al mondo delle automobili
Ok immagino che detta così possa sembrare una cosa destinata agli uomini appassionati di motori. Ed invece vi posso assicurare che se amate i manifesti pubblicitari, i colori e la storia questa mostra piacerà anche a voi donne. 

Proviamo a ripercorrerla con qualche racconto e qualche immagine, così vediamo se riesco a farvi venire voglia di andare a vederla! La mostra si divide in tre sezioni. 

L'esordio del manifesto per l'automobile 
In questa prima sezione vediamo la nascita del manifesto per l'automobile proprio quando nasce questo nuovo mezzo di trasporto e si trasforma dalla struttura a scheletro fino al modello di carrozza metallica. In questa epoca il mito dell'automobile è certamente associato alla mascolinità. Negli anni dieci del Novecento l'automobile assume un nuova forma "aerodinamica" e la velocità diventa subito più elevata e con essa il piacere di guidare un'autovettura viene condiviso da uomini aggiornati alla tecnologia del tempo e amanti anche del pericolo. 





Il manifesto e la réclame tra gli anni venti e trenta
Tra il 1920 e il 1930 nascono quelle che verranno definite le "automobili classiche" caratterizzate anche dalla ricerca di sempre maggiore preziosità, portando alla realizzazione di vetture di lusso. Insieme al lusso, nasce in questo periodo anche l'idea dei gadget e degli accessori delle case automobilistiche che accompagneranno la promozione pubblicitaria fino ai nostri giorni. Per esempio la casa automobilistica Isotta Fraschini regala ai propri clienti una lussuosa penna stilografica laminata in oro appositamente creata da Aurora, la più rinomata azienda italiana produttrice di strumenti per la scrittura. 
Nel 1929 però arriva la crisi economica che porta ad una riduzione delle richieste di vetture di lusso e anche alla scomparsa di alcuni costruttori prestigiosi. Questo porta anche ad una modifica nel modo di fare pubblicità. Il nuovo car design diventa sempre più essenziale: si realizzano figurini a colori, modelli cromatici in scala ridotta. Ma allo stesso tempo la realizzazione di manifesti per pubblicizzare le nuove auto diventa sempre più consistente. 




Dagli anni trenta al secondo dopoguerra 
Negli anni '30, velocità rischio erano associati alle auto ed infatti si assiste ad un proliferare di gare automobilistiche. La seconda guerra mondiale costituisce uno spartiacque fondamentale: si assiste al passaggio alla stampa in offset, una tecnica che permette di stampare ad un ritmo più veloce e meno costoso. La grafica inizia a guardare all'industria e alle sue esigenze e la nuova industria dell'auto aveva bisogno prima di tutto di rassicurazione, di sentirsi sicura nel comfort mitologico dei motori e delle corse sublimati nei dipinti del cartellonismo. In questo periodo inoltre l'auto diventa un fenomeno di massa,un prodotto articolato e segmentato (dalle auto di lusso che rappresentano uno status symbol all'utilitaria) e questo porta alla sostituzione del grafico puro con le agenzie pubblicitarie all'americana. Nel 1968, l'anno delle grandi manifestazioni studentesche, la Fita assume una nuova immagina aziendale realizzata da un'agenzia pubblicitaria svizzera. Nasce così il logotipo-marchio Fiat con quattro rombi standardizzati e disposti linearmente che contenevano le singole lettere del nome, composte in Univers, un formidabile e moderno carattere lineare. L'universalità di questo marchio avrebbe marcato la produzione industriale del gruppo.  






Infine vi è uno spazio in cui sono in esposizione alcuni modelli di auto d'epoca, a partire da un modello di inizi '900 davvero molto affascinante fino a modelli in edizione limitata super moderni. 


Allora, come vi sembra? 
E' una mostra dal tema insolito, che può unire gli interessi di uomini e donne e che permette di conoscere un po' più a fondo alcuni temi come quello del design delle automobili e della pubblicità delle automobili che trovo super interessanti. 
A me è piaciuta, anche perché non è troppo lunga. Vi sono infatti quattro sale espositive con i manifesti pubblicitari e poi una sala con l'esposizione delle auto. Prendendo tutto con calma, riuscite a girare tutta la mostra più che bene in un'ora. 
Il biglietto d'ingresso costa 12€ e la mostra dura fino al 27 gennaio 2019

Spero di avervi raccontato una cosa carina, fatemi sapere se vi ho incuriosito! 

Un abbraccio, 




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